Il Dio che ci ha visitato, Gesù di Nazareth, nasce povero, in uno sperduto villaggio della Giudea. Da subito combatte per restare in vita, come tanti bambini nel mondo, perché nasce già con addosso la taglia dei potenti del tempo, Erode… Ma “imprevedibilmente” si salva. Già “imprevedibilmente” era nato da una fanciulla vergine. Poi “imprevedibilmente”, protetto dalla dedizione di un uomo che credeva ancora al valore dei “sogni”, Giuseppe, riesce ad espatriare, divenendo profugo, oggi si chiamerebbe “rifugiato politico”. È improbabile che possa compiere quello per cui è venuto al mondo. Eppure, “imprevedibilmente” qualcosa accade…

Molte volte è la nostra stessa vita che ci suggerisce che forse è improbabile che ci sia davvero un senso a tutto, che esista davvero qualcosa che ci renderà felici, che esista giustizia per tutti gli oppressi della storia. Consolazione per chi soffre in maniera innocente. Pace per chi vive l’inquietudine delle cose brutte. Una via d’uscita sicura alla pandemia.

Eppure, il Natale, anche questo del 2021, ci ricorda che “imprevedibilmente” questo può accadere. Un “imprevisto” che non viene nella “gloria”, ma nella “fragilità”, nella “povertà” della nostra condizione umana, nelle “solite cose” di tutti i giorni.

Vi auguro, allora, e lo auguro anche a me, di tener sempre da conto la nostra umanità, anche se fragile, ferita, debole, a volte indegna, perché in essa possono succedere cose da non credere, cose…  imprevedibili!
Buon Natale!

Don Zaccaria e la diaconia